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sabato 6 maggio 2017

Giovani europei: l’UE è uno spazio economico piuttosto che una comunità di valori / fragile consenso verso il progetto Europa

-       I giovani europei criticano obiettivi e piani politici concreti dell’UE e non gradiscono il modus operandi delle istituzioni comunitarie
-       Oltre un terzo vuole che l’UE restituisca nuovamente potere ai governi nazionali
-       Complessivamente solo la metà dei giovani europei considera la democrazia come la migliore forma statale
-       Gli euroscettici si sentono sotto pressione dal punto di vista economico e considerano come minaccia la globalizzazione e i confini aperti
-       “Giovane Europa 2017 – Studio sui  giovani della Fondazione TUI” condotto da YouGov in sette paesi UE (Germania, Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Polonia e Grecia): intervistati 6000 giovani tra i 16 e i 26 anni

Hannover/Berlino, 6 maggio 2017 - Per tre giovani europei su quattro il fulcro dell’Unione europea non è costituito dai valori comuni bensì dalla collaborazione economica. 

Questo è uno degli esiti fondamentali dello Studio sui giovani in Europa, condotto dall’istituto demoscopico YouGov per conto della Fondazione TUI. Il 76% degli intervistati considera l’UE un’alleanza economica e solo il 30% la vede come un’alleanza di paesi uniti da valori culturali comuni.

Soltanto il 18% dei giovani europei riconosce all’UE una base culturale comune, mentre solo il 7% ricollega a essa il valore della “religione e cultura cristiana”. 

Il presidente del curatorio della Fondazione TUI Thomas Ellerbeck ha espresso quindi preoccupazione in occasione della presentazione dello studio, svoltasi giovedì a Berlino: “Le forze collanti dell’Europa, basate sui valori comuni, sono state ritenute per lungo tempo un dato di fatto. Lo Studio sui giovani europei dimostra che questo dato di fatto non vale più. Un’Europa, il cui valore è attribuito principalmente ai vantaggi del mercato unico, rischia di diventare un organismo qualsiasi, sostituibile. Pertanto è importante discutere sui valori comuni dell’Europa. Sono chiamati ad intervenire tutti gli attori sociali, non solo quelli politici.”

Troppa amministrazione, poca compartecipazione
Gli spazi d’azione politici a livello europeo appaiono troppo vaghi ai giovani. L’UE viene vista piuttosto come apparato amministrativo che come una comunità, in cui si può plasmare e modificare la realtà. 

Il 37% degli intervistati ha criticato i piani e gli obiettivi politici concreti dell’UE, mentre il 27% non gradisce i principi di organizzazione e il modus operandi delle istituzioni europee.

Complessivamente solo poco oltre la metà (52%) dei giovani europei considera la democrazia come la migliore forma statale. I giovani francesi (42%), italiani (45%) e polacchi (42%) sono i meno convinti della valenza della democrazia. 

In tutti i tre paesi, negli scorsi anni sono sorti movimenti populistici critici della democrazia. In Germania il consenso espresso alla democrazia come migliore forma statale è più elevato (62%), mentre è la Grecia come “culla della democrazia” a esprimere il consenso più elevato con il 66%. 

Lo studio dimostra inoltre che molti giovani, sia donne che uomini, non vedono di buon grado l’influsso che i loro governi cedono all’Unione europea. Oltre un terzo dei giovani europei auspica infatti che l’UE restituisca potere ai governi nazionali (38%). In Grecia (60%) e in Gran Bretagna (44%) questa tendenza è particolarmente marcata. 

I giovani tedeschi dimostrano per contro maggiore fiducia nei confronti dell’UE rispetto agli altri intervistati, infatti  solo il 22% auspica che l’UE ceda nuovamente maggiore potenza ai governi nazionali.

Thomas Ellerbeck vorrebbe poter contribuire con il lavoro della Fondazione TUI a far sì che i giovani si confrontino maggiormente con il progetto europeo: “Come fondazione vogliamo fungere in futuro da catalizzatore nel contesto dell’importante dibattito sociale sul significato che quest’Europa può avere per la generazione dei giovani. E con i nostri progetti intendiamo incentivare a livello molto pratico questo dialogo sull’Europa.”

Uno sguardo di limitata positività verso il futuro
I giovani nei paesi oggetto dello studio valutano la loro situazione e prospettiva economica in modo molto eterogeneo. Mentre complessivamente il 29% degli intervistati reputa piuttosto buona la propria situazione finanziaria, il 32% la considera piuttosto carente. 

Si esprimono in termini particolarmente negativi soprattutto i giovani di Spagna, Francia e Grecia, mentre la valutazione in Germania, Polonia e Gran Bretagna è positiva in misura superiore alla media.

L’aspettativa dei giovani europei verso un futuro migliore è però piuttosto contenuta: complessivamente solo un quarto circa (26%) crede che la loro generazione raggiungerà uno standard di vita superiore a quello dei genitori. Una buona metà (52%) è pessimista a tale riguardo e si attende un peggioramento.

Un giovane europeo su cinque caldeggia l’uscita dall’UE
In nessun paese si riscontra tra i giovani europei una maggioranza a favore dell’uscita del rispettivo paese dall’Unione europea, ma comunque un giovane su cinque caldeggia l’uscita del rispettivo paese (21%). Sono particolarmente critici i giovani in Grecia (31% a favore dell’uscita), mentre quelli in Francia (19%) e in Polonia (22%) si attestano a metà strada. 

In Germania e Spagna si registra invece la quota più elevata di fautori dell’appartenenza all’UE: solo il 12% dei giovani in entrambi questi paesi voterebbe in un referendum contro la permanenza nell’Unione. Gli euroscettici si sentono maggiormente sotto pressione dal punto di vista economico rispetto ai fautori dell’UE e sono in genere più pessimisti riguardo al futuro. I fautori dell’UE guardano con occhi piuttosto ottimisti al futuro (74%), mentre la percentuale d’ottimisti tra gli scettici è del solo 66%.

In termini reali, gli euroscettici non hanno tuttavia una posizione economica peggiore dei caldeggiatori dell’Unione, come indicano i loro dati sul reddito disponibile. Globalizzazione, digitalizzazione e confini aperti nell’UE sono considerati piuttosto una minaccia dagli scettici. Il 53% dei “pro UE” reputa la globalizzazione come un’opportunità, tra gli scettici la percentuale scende al 28%. Riguardo all’aspetto dei confini aperti le due percentuali si attestano rispettivamente al 63% e al 34%.

Marcus Spittler del Centro scientifico berlinese per la ricerca sociale (WZB) ha esaminato gli esiti dello Studio sui giovani della Fondazione TUI tenendo conto dallo stato della ricerca scientifica su questa tematica. Egli individua nei risultati dei paralleli rispetto alla popolazione globale: “Lo Studio TUI richiama chiaramente l’attenzione sul dilemma dell’Unione europea. Da un lato, i giovani europei si esprimono a grande maggioranza a favore della permanenza del loro paese nell’UE. Al contempo favoriscono prevalentemente una restituzione delle competenze a livello nazionale, pur esigendo per se stessi maggiori possibilità di compartecipazione sullo scenario europeo.” Spittler mette in guardia tuttavia dal fatto che questi dati non sono da intendersi come una stigmatizzazione generale da parte dei giovani: “I giovani adulti sostengono in via di principio l’idea europeista, ma sono crescentemente diffidenti quando si parla di misure concrete e progetti a breve termine. Li si può definire degli europeisti critici. Sono critici perché mettono in discussione politiche specifiche e accordi istituzionali. La loro soddisfazione riguardo l’UE è limitata e non si basa su una struttura comune di valori. Di conseguenza resta fragile il loro consenso nei confronti del progetto europeista.”

Scenario dello studio
Per comprendere il mondo, la o le identità e i modi di vedere dei giovani europei nei confronti dell’Europa nel 2017, la Fondazione TUI ha incaricato l’istituto demoscopico internazionale YouGov di effettuare un sondaggio tra i giovani in Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Spagna e Gran Bretagna. A tale scopo dal 16 febbraio al 3 marzo 2017 è stato intervistato un totale di 6000 giovani nella fascia d’età compresa tra 16 e 26 anni.

In ogni paese, i partecipanti del panel online sono stati reclutati suddividendoli per età e sesso, in modo da risultare rappresentativi delle rispettive realtà nazionali. I risultati raccolti in tutti i paesi sono stati poi ponderati in modo che ad ogni paese spettasse lo stesso peso nel sondaggio.

Sulla Fondazione TUI
La Fondazione TUI promuove e realizza progetti riguardanti il tema della “Europa giovane”. Il suo obiettivo è rafforzare il pensiero europeista. Essa investe pertanto a lungo termine in progetti regionali, nazionali e internazionali incentrati su istruzione, formazione ed anche sviluppo individuale e professionale. La Fondazione ha sede ad Hannover e, in quanto organismo autonomo e indipendente, è votata al bene della collettività.


Trovate qui tutti i risultati dello studio e una sintesi con i dati principali: 
www.tui-stiftung.de/media/junges-europa-2017-die-jugendstudie-der-tui-stiftung

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